sabato 28 gennaio 2017

Il mondo virtuale del WEB




                             Il  mondo virtuale del Web
La “ coscienza “  .  il “ pensiero “ , si sa ,  sono entità astratte , immateriali , immanenti in ciascun essere umano, in modo diverso da individuo a individuo . Note caratteriali personali  che in questi nostri tempi trovano perfetta collocazione , immedesimazione ed espressione  in quello che viene definito il  “ mondo virtuale “ del web , in “facebook “ e in altre simili forme di comunicazione.  In questo tipo di mondo astratto , l’essenza delle cose è data , falsamente ,  dall’immagine stessa di esse ; attraverso la immaginazione tutto può essere costruito e contestualmente divenire “ reale “ ; potenzialmente non esistono filtri , remore , inibizioni , ostacoli fisici o condizionamenti di natura emotiva , che in qualche modo e in circostanze normalmente diverse  possano determinare un freno  alle proprie manifestazioni di idee , ai propri impulsi interiori . Quindi , il Web è il mezzo più efficace per realizzare ogni libertà di espressione , di comunicazione e di diffusione.  Ma è anche il mezzo attraverso il quale possono rivelarsi i più profondi aspetti dell’animo umano , contenuti nello stesso subconscio individuale . Costituendo ciò  una duplice possibilità , quella  di poter rivelare senza riserve e limiti , agli altri e a noi stessi tutto ciò che pensiamo e valutiamo su persone e cose ,  ritenendo di poterlo fare finalmente senza inibizioni o paure o riserve mentali . Ma purtroppo anche in modo irresponsabile , non sapendo ,  oppure colpevolmente  volendo disconoscere le conseguenze negative , anche molto gravi , che da certe nostre comunicazioni potrebbero essere generate in danno di altre persone.
Note :
RICERCA Perché sui social diamo il peggio di noi? Una recente indagine condotta dall’azienda russa specializzata in software per la sicurezza informatica, Kaspersky Lab, conferma che i social causano, in molte persone, sentimenti negativi, e prova a spiegarne il motivo: la caccia ai “like” innesca un processo di rabbia e risentimento in coloro che non hanno ricevuto tutti i “mi piace” che si aspettavano per un post. Il 42% delle persone intervistate ammette di provare gelosia nei confronti degli "amici" per questo motivo.

I MOTIVI PSICOLOGICI Le manifestazioni dell’odio in Rete sono tante e a tutti i livelli. Ogni spunto è buono per replicare in tono polemico o manifestare, senza alcuna remora, la propria avversione profonda per idee, fatti o persone. Quali meccanismi scattano, nella testa delle persone? Lo abbiamo chiesto al prof. Giuseppe Riva, professore ordinario di Psicologia presso l’università Cattolica di Milano e responsabile delle ricerche sulle applicazioni cliniche della Cybertherapy dell’Auxologico di Milano per il quale sta seguendo il progetto “Cave” di Realtà Virtuale immersiva a scopo terapeutico e riabilitativo. "Le motivazioni sono diverse. il presupposto è che la manifestazione dell’odio è una risposta a un evento avvertito come emotivamente spiacevole. E se nelle vita reale abbiamo imparato a controllare le emozioni che potrebbero diventare potenzialmente distruttive, come l’odio appunto, nel mondo virtuale ciò non accade perché in Rete la corporeità non esiste".
Spieghiamo meglio: "Il mio corpo reale, la mia gestualità, il mio sguardo, la mia mimica facciale sono del tutto invisibili all’altro, così come io non avrò nessuna percezione della sua corporeità. Dunque, qualunque reazione io abbia, l’altro non la vedrà. Esplicitare in faccia a una persona il proprio odio e disappunto è molto diverso che farlo su Facebook o tramite sms (il concetto è lo stesso). Quando esprimo disprezzo nei confronti di qualcuno che ho davvero di fronte, avvertirò il suo disagio, la sua disapprovazione e in me si attiverà una sorta di controllo implicito. La ragione è molto semplice, è legata a come siamo fatti. Dipende dai neuroni specchio, cellule nervose che risuonano nel nostro cervello proprio come se a compiere quel gesto, ad avere quella reazione, fossimo noi in prima persona. E ciò determina una diversa modulazione delle emozioni. Niente di tutto ciò avviene, invece, ovviamente in Rete. Il corpo non c’è e, in alcuni casi, non si compare neppure con nome e cognome, perché ci si nasconde dietro pseudonimi o caricature. Ci si sente così ancora più protetti e al riparo da qualunque possibile ripercussione. Quindi ci si concede tutto, senza limiti e non si avvertono gli effetti devastanti dell’odio. Anzi, paradossalmente, più è forte e radicale il nostro astio, minore sarà l’impatto emotivo che avvertiamo.
È come se fossimo preda di una specie di escalation che ci permette di dire qualunque cosa e alla fine niente ci turba più. Inoltre, esiste anche l’effetto contagio: più il gruppo inizia a spararla grossa, più si segue il gregge. Lo stato emotivo generale è contagioso in genere, anche nella vita reale, ma in rete tutto questo è amplificato. Inoltre, più il sentimento è omologato, ossia più persone provano la stessa emozione, meno si risulterà visibili nelle proprie manifestazioni. Così, mimetizzandosi nella massa, scompare del tutto anche il proprio senso di responsabilità.

Il web rappresenta sempre più un’occasione ghiotta per esprimere il proprio disagio, sintomo di un clima diffuso di insoddisfazione e del desiderio di sfogarsi senza, si pensa erroneamente, alcuna conseguenza. È un mezzo per dire la propria su tutto, spesso senza avere idee precise o conoscenze appropriate. La rete è un “bar sport” di dimensioni colossali in cui le distanze culturali e sociali sono del tutto scomparse e in cui i propri sentimenti di disappunto si possono esprimere su qualunque cosa e su chiunque con estrema disinibizione. È insomma un modo economico e semplice per dar sfogo al proprio disagio.
Peccato però che spesso si dimentichi che “scripta manent”  e che il proprio giudizio perentorio e negativo resti lì, anche se io ho cambiato idea l’attimo dopo. E anche se non mi sono minimamente reso conto del meccanismo deleterio che ho innescato o a cui ho partecipato con grande leggerezza.

martedì 3 gennaio 2017

IL PENSIERO E LA RETE INTERNET





                 
            IL  PENSIERO  E  LA  RETE  INTERNET
    
La comunicazione , l’informazione è la principale fonte di conoscenza  e quindi  di evoluzione sociale e culturale .
Informarsi è un dovere , ma essere informati è un diritto.
 Martin Luther King  ha detto :
“Non dobbiamo avere paura della cattiveria dei malvagi , ma del silenzio degli onesti “
“ Ignorare il male equivale ad esserne complici.”
“ Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non farete nulla per cambiarla.”
L’ingiustizia in qualsiasi luogo è una minaccia alla giustizia, ovunque.”

Il “ pensiero “  è una inesauribile  fonte di idee e di sentimenti e possiede una sua          “ energia “ , che se opportunamente utilizzata , può riuscire ad influenzare  la mente , la sfera psichica anche di una gran moltitudine di esseri umani verso un ideale  , un  sentimento.  Ed è allora che la forza del pensiero può diventare enorme e può trasferirsi  in manifestazioni , in comportamenti umani  e fatti  capaci di  trasformare e modificare  situazioni reali , anche ritenute solitamente difficili da modificare .
La storia ci insegna come l’uomo abbia sempre cercato di utilizzare al meglio i mezzi e gli strumenti atti a diffondere , a comunicare  le idee , il pensiero di uomini , di personaggi illustri , in campo politico, culturale, sociale , religioso , etc... Dai comizi di piazza  si è passati alla stampa dei manifesti , ai giornali , ai filmati , alla televisione  ed oggi ad internet , che è un mezzo di straordinario potere di comunicazione e di informazione , praticamente illimitato .
Per queste sue caratteristiche straordinarie  tale mezzo di comunicazione deve essere utilizzato con molta saggezza e prudenza ed equilibrio . Esso può diventare assai proficuamente positivo per trasmettere messaggi di pace e di sentimenti positivi , di civiltà  fra i popoli , se utilizzato a fini del bene comune , come può invece diventare  assai  drammaticamente pericoloso , se utilizzato per conseguire obiettivi malefici , per interessi speculativi di parte, per finalità di dominio , per istigazione alla violenza ,  ai conflitti , alla  guerra .
Internet , quindi , è uno strumento potentissimo , che può essere usato da chiunque e la sua  “rete “  può estendersi , in modo virtuale , senza confini . Attraverso la rete può viaggiare ogni tipo di notizia , si può far entrare in connessione persone da un capo all’altro del mondo ed anche nello spazio astrale . Oggi , si può avere queste possibilità utilizzando anche  un semplice “cellulare “  e per mezzo di esso  poter venire a conoscenza di fatti e di avvenimenti in tempo reale .
In definitiva , il destino dell’umanità dipende fortemente dai mezzi di comunicazione e di informazione  e maggiori sono i canali in cui le notizie possono viaggiare , più numerose e più complete sono le conoscenze che si possono ottenere per orientarsi nella valutazione dei fatti , per modificare i propri comportamenti  nella realtà della vita quotidiana .
Fatti e avvenimenti tragici , cruenti , di inaudita violenza  , che avvengono in ogni parte del mondo , sono ormai alla conoscenza di tutti . Atti terroristici , eseguiti  da individui Kamikaze , spesso assolutamente imprevedibili per le perticolari modalità di esecuzione , che stanno diffondendo terrore , stati di ansia collettivi , insicurezza .   Da un’altra parte ,  conflitti armati in vaste regioni della terra , nei quali sono coinvolti quasi tutti gli Stati  . Taluni in modo diretto con le proprie forze armate , altri in modo indiretto attraverso la fornitura di armi ed esplosivi. Una situazione di guerre molteplici , che vengono a determinare le premesse per uno stato di guerra globale .
Un tempo ,  simili situazioni drammatiche si verificavano in un clima di conoscenze molto limitate e certamente non tempestive  nell’ambito delle popolazioni che ne venivano coinvolte . Con la conseguenza di non poter avere né il tempo , né possibilità reali di reagire , eventualmente , per tentare di porvi rimedio.
Ma oggigiorno le condizioni sono assai diverse e certamente positive sotto l’aspetto delle possibilità di informare e di venire informati , meglio e più compiutamente conoscendo varie fonti di informazione , utilizzando la “rete “ internet .
La “voce “ di ciascuno di noi , che voglia diffondere il diritto e l’esigenza umana verso  la “ Pace “ , per la Libertà e la Giustizia sociale , per riunire sotto questo segno  tutte le coscienze degli esseri umani di buona volontà , ha a disposizione  la rete di internet . Questo mezzo straordinario , che , se voluto e saputo usare , è in grado di trasmettere il “pensiero “ di ognuno di noi , e di  convogliarlo verso altri  per alimentare una “energia “ altrettanto straordinaria e che può assumere una forza incredibile , collettiva , di migliaia , di milioni di persone , che in questa forza comune trovino il coraggio di reagire nei confronti di quanti hanno il  “potere “ di prendere decisioni sulla sorte dei popoli.
Pertanto, adoperiamoci , ciascuno di noi , singolarmente , fattivamente per entrare fra di  noi in contatto , con la nostra personale “voce “ ,  possibilmente con un proprio sito , condividendo insieme , con altre iniziative  o altri siti , il fine comune , il valore , l’ideale  nel segno della “ Pace “ e della “ Libertà e Giustizia sociale “ , quali diritti  fondamentali  per ogni essere umano nel mondo , di qualsiasi razza o religione e di riuscire a smuovere tante , quante di più coscienze , affinchè  uniscano la loro voce alla nostra , per farla sentire ai capi di Governo , alla classe politica di ogni Paese , avvertendo che le valutazioni  politiche che saranno espresse su di loro  attraverso il voto  popolare saranno in relazione ai comportamenti e alle decisioni e agli impegni internazionali  che verranno presi  al fine di  evitare che continuino conflitti bellici e  vengano procurate ulteriori tragedie umane .


                    
                    LA  QUESTIONE  AFRICANA
Intervista con padre Giulio Albanese ( missionario , da anni in Africa ) sulla situazione  economica e sociale dell’Africa
Migranti, padre Giulio Albanese accusa l’Europa: “Jihadisti finanziati per mantenere il caos”
L’INVASIONE? E’ VOLUTA: “JIHADISTI FINANZIATI DALL’EUROPA PER MANTENERE IL CAOS” – L’ACCUSA (CON PROVE) DI PADRE GIULIO ALBANESE, MISSIONARIO DA ANNI IN AFRICA
“Dal 2012 ci sono imprese francesi, belghe, tedesche, libanesi e cinesi che hanno finanziato formazioni jihadiste per mantenere il caos (e ci sono prove documentali)”.
Un’accusa, quella del padre missionario Giulio Albanese, direttore di Popoli e Missione (nel corso di un collegamento telefonico con lo studio di Coffee breack, La7), che fa riferimento ad un rapporto “da pelle d’oca” presentato tre settimane fa a Bruxelles da un’organizzazione non governativa inglese che si chiama”global Witness“. Padre Albanese poi continua: “I giornali sono assenti sulle guerre per il petrolio in Somalia e per il legname nella Repubblica Sudafricana, l’Europa azzera il debito dei paesi africani ma poi li fa accedere a nuove linee di finanziamento che provengono dalle borse europee, quindi prestiti che sono legati alle speculazioni in borsa”