mercoledì 18 settembre 2013

VIVA LA LIRA !


                                             VIVA   LA  LIRA   !
Viva la lira , libera e democratica.
Basta con la restrittiva politica monetaria dell’Euro, che sta strangolando la economia reale del nostro Paese, nonché quella di altri Paesi europei, quali la Grecia,il Portogallo,la Spagna e via via anche la Francia, tranne la Germania.
La Germania,  per via dei tassi di interesse sul debito a lei più favorevoli rispetto a quelli pagati dagli altri Paesi, che hanno misure di debito pubblico più elevate, riesce ad investire sempre maggiori risorse sulla produzione di beni e servizi, esportando i suoi prodotti nei Paesi, come la Cina , il Brasile ed altri , in pieno sviluppo economico, e conseguentemente accrescendo i livelli occupazionali nazionali e il reddito di imprese e famiglie.
Il rigore delle regole monetarie imposto dalla “troika” europea, che non consente di superare  il tre per cento, come rapporto fra il deficit  e il prodotto interno lordo ( pil ) , e la speculazione finanziaria esercitata da Gruppi societari e banche, appunto dovuta  sia all’aumento dei tassi di interesse , nonché  alla restrizione ossessiva riguardante la erogazione di prestiti nei confronti delle imprese e famiglie  già in difficoltà , stanno determinando in tali Paesi gravissime condizioni di crisi, sia economica che sociale, con il rischio sempre più reale e immanente  di  destabilizzazione del sistema politico democratico  e la probabile  instaurazione di regimi autoritari, che sorgerebbero pretestuosamente  a  scopi protezionistici nazionali.
 Il sistema della moneta unica europea  ha  dimostrato  già sin dalla sua nascita fondamentali  imperfezioni  e  carenze;  infatti,  da un lato esso si è  basato su regole  economiche e finanziarie  imposte in modo uguale a  tutti gli Stati membri , dall’altro lato ha consentito la coesistenza  nel  proprio  interno di più sistemi fiscali diversi  da Paese a  Paese. Tale condizione ha fatto emergere situazioni economiche e sociali più difficili in quei Paesi dove il peso del sistema fiscale ha dimostrato di essere  maggiore ed iniquo  sulle classi sociali e sulle attività produttive  più  deboli, essendo queste costrette a  sopportare pressioni che  hanno inciso negativamente non solo sulla possibilità di crescita del proprio reddito, ma purtroppo anche sulla possibilità di  mantenimento e di sopravvivenza.

Per quanto sopra detto, se immediatamente non verrà deciso a livello europeo, unanimemente  da parte di tutti i Paesi membri, e in primis la Germania, di sbloccare l’ingranaggio restrittivo-speculativo dell’attuale sistema economico finanziario, e  inoltre di stabilire nuove regole  che diano luogo ad un sistema fiscale  comune a tutti i Paesi ,ponendoli  sullo stesso piano , non potrà più fermarsi il processo degenerativo e quindi il collasso definitivo in campo economico in quei Paesi che già si trovano al limite della sopravvivenza.
Ma l’attuale posizione in campo europeo non  offre  molte speranze di cambiamento, anzi  persiste l’atteggiamento di rigidità più che di rigore, sostenendo la tesi che  come garanzia nei confronti dei mercati e degli investitori , vi sia la necessità del mantenimento della stabilità politica negli Stati membri ,  ma con ciò dimostrando  una chiara ottusità tattica e strategica. Infatti,  ove i Governi  continueranno  a perseguire  politiche economiche , finanziarie e fiscali , tali da privilegiare i grandi patrimoni  e le classi sociali più abbienti , trascurando quelle più deboli,  non  potrà  che  avvenire  l’irreparabile, cioè  ancora più grave recessione, disoccupazione, povertà di estese fasce della popolazione, esasperazione  e  rabbia .
Tutto fa pensare che l’autunno europeo  sarà rovente ; molto probabilmente vi saranno presto cadute di Governi ,  a partire da quei Paesi che sono vicini al collasso, come la Grecia , il Portogallo, la Spagna e a seguire anche l’Italia.
Il sistema “ Euro”  andrebbe  conseguentemente e inevitabilmente  in pezzi.
Ma  ci vogliamo augurare  che  tutto ciò possa avvenire  in  modo democratico e  che  siano  i  cittadini a  poter determinare , attraverso normali consultazioni elettorali,  le condizioni  politiche tali da instaurare un governo capace di  salvare  il  Paese dal disastro economico e sociale.
Per l’Italia  sarebbe  il ritorno alla “ lira “ , ad un sistema monetario nazionale , che  potrà ridare  potere  gestionale  e funzionale  alla Banca d’Italia, quale autorità nella emissione di valuta  e di controllo sul sistema bancario.

All’inizio, ciò comporterà  sicuramente situazioni di grandi sacrifici da parte di tutti, specialmente in ordine ai consumi di quei prodotti  che  necessariamente devono essere importati da Paesi esteri , ma  contestualmente potranno determinarsi condizioni  favorevoli  in ordine alla possibilità di una ripresa delle attività imprenditoriali , artigianali, commerciali , che  avranno  strade più aperte  verso  la esportazione  dei  loro prodotti ; senza contare che una maggiore flessibilità nella erogazione di denaro  potrà  accrescere  la disponibilità  reddituale da parte delle famiglie verso il consumo dei prodotti  nel mercato interno.