LA
PAURA E IL CORAGGIO
Abbiamo tutti paura. Siamo ossessionati dalle notizie e dalla paura del contagio virale. Dall’alba al tramonto, solo notizie di pandemia, numeri percentuali di infettati, di malati , di morti. Nel nostro Paese, nel mondo, numeri segnati in prospetti grafici che salgono progressivamente. Non siamo più capaci di intrattenerci con gli altri con tranquillità, di parlarci con il piacere di vederci in viso ( mascherine ), di percepire le emozioni , persino i sentimenti l’uno verso l’altro.
E’ rimasto soltanto un
residuo di interlocuzione verbale, fisicamente stentata e difficile, a volte
incomprensibile, se non attraverso lo schermo di un computer , di uno
smartphone, di un tablet. Per lo più rapporti “virtuali “ , ma che non hanno
niente a che vedere con la “ virtù”. Un mondo che è cambiato, sta cambiando,
verso l’indefinibile, l’indeterminabile, l’imprecisabile, l’imprevedibile,
camminando in una sorta di percorso globale, accidentato, nel quale ci sentiamo
tutti coinvolti, ma ciascuno rimane solo nella sua personale, individuale
realtà, a volte anche molto drammatica.
La cosiddetta vita sociale si è frantumata attraverso fenomeni di crisi sanitaria, economica, di rapporti umani, anomali, che generano diffidenza, anche nel timore di perdere ciò che si ha. Ma a questo punto, dobbiamo domandarci se è giusto, corretto, opportuno, subire gli eventi, rimanendo fermi, chiusi, con la speranza o meglio l’illusione di uscirne fuori senza ferite, oppure è più giusto, più corretto, più opportuno, armarci di “coraggio “, tutti e ciascuno, e quindi “reagire “ operando , fattivamente, efficacemente, con tutte le risorse umane ed economiche per dotarci di tutte le attrezzature, di tutti i mezzi, necessari per difenderci, respingere gli attacchi, attraverso un’opera colossale di “risanamento ambientale “ , una serie di interventi di pulizia , di purificazione dell’aria, misure anti inquinamento, di sanificazione e disinfezione a carattere globale , idonei a rendere finalmente inoffensivo il coronavirus.
In altri termini, bisogna assolutamente agire
urgentemente e drasticamente sull’ambiente e sulle opere strutturali di
ospedali e scuole, organizzative dei servizi di trasporto attraverso un aumento
dei mezzi pubblici, al fine di evitare che debbano verificarsi assembramenti
per necessità di lavoro e per gli studenti, e sugli organismi sanitari del
personale medico e paramedico, più che
imporre ulteriori “restrizioni” personali, fisiche, nei confronti degli esseri
umani e della loro vita sociale.
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