GLI STATI UNITI D’ EUROPA ( S.U.E. ) ?
UTOPIA OPPURE INELUDIBILE NECESSITA’ ?
SE VOGLIAMO CAPIRE VERAENTE COSA STA ACCADENDO NEL MONDO , IL PERCHE’ DI TANTI TERRIBILI ATTENTATI , DOBBIAMO NECESSARIAMENTE AMPLIARE E APPROFONDIRE LE NOSTRE CONOSCENZE , INNANZI TUTTO ATTRAVERSO LE NOTIZIE DI CRONACA SUI FATTI E AVVENIMENTI REALMENTE ACCADUTI . CIO’ LO SI PUO’ FARE ATTRAVERSO I PIU’ DIVERSI E MOLTEPLICI MEZZI DI INFORMAZIONE OGGI ESISTENTI .
IL PASSO
SUCCESSIVO E’ QUELLO
DI CERCARE DI
COORDINARE LE NOTIZIE
RICEVUTE DALLE PIU’
POSSIBILI E DIVERSE
FONTI INFORMATIVE , IN
MODO DA RICONDURLE
IN UN QUADRO
UNICO , CHE CONTENGA
QUANTO MENO UNA
COERENTE ESPOSIZIONE DEI
FATTI ACCADUTI
E NATURALMENTE MEGLIO
, SE SI POSSONO
CONOSCERE LE MATRICI
DEGLI ATTENTATI AUTODENUNCIATESI PUBBLICAMENTE
.
I PIU’ RECENTI
E ANCHE PASSATI
TRAGICI EPISODI CAUSATI
DA TERRIBILI ATTENTATI
TERRORISTICI ( a
partire da quello dell’11.9.2001 –Torri Gemelle- e
per ultimo quello del 7.1.2015 –
a Parigi – Charli Hebdo ), NONCHE’ DAI CONTINUI , INCESSANTI
CONFLITTI BELLICI E
ATTI TERRORISTICI AVVENUTI
IN DIVERSE PARTI
DEL MONDO , RAPPRESENTANO UNO
SCENARIO LUCUBRE
E INDUCONO OGNI
COSCIENZA CIVILE PIU’ AD UNA
VISIONE CHIARAMENTE PESSIMISTICA
DEL PROSSIMO FUTURO
, PIUTTOSTO CHE A POSSIBILI QUANTO
IMPROBABILI PROSPETTIVE DI
PACE .
UN FATTORE APPARE
SEMPRE PIU’ EVIDENTE
: IL PREDOMINIO
DEGLI INTERESSI ECONOMICI
E SPECULATIVI FINANZIARI
, COLLEGATI ALL’ ACQUISIZIONE DI FONTI
ENERGETICHE ( PETROLIO E GAS
) SPINGONO GLI
STATI PIU’ POTENTI
A CONTRAPPORSI CIASCUNO
VERSO GLI ALTRI , PER L’ACCAPARRAMENTO DELLE
STESSE , INTRAPRENDENDO , DIRETTAMENTE
OPPURE PROVOCANDO TRAMITE
ALTRI PAESI, CONFLITTI
SANGUINARI E PERSINO
GENOCIDI DI POPOLAZIONI
INTERE .
PER RAGGIUNGERE QUESTI
PRECISI OBBIETTIVI , DA PARTE
DEI RISPETTIVI GRUPPI
POTENTATI SI E’ RESO
NECESSARIO COINVOLGERE LE
MASSE POPOLARI ,
NONCHE’ MOLTO UTILE
FAR ASSUMERE AI
PROGETTI ESPANSIONISTICI E
DI ARRICCHIMENTO , LE
VESTI PIU’ OPPORTUNE
E IN QUALCHE
MODO PIU’ CONVINCENTI
. ADDUCENDO NECESSITA’ DI
NATURA POLITICA E
SOCIALE ( Progetti
di democratizzazione , di
sviluppo socio-economico , di diritti territoriali ) ; MOTIVI DI
NATURA RELIGIOSA E POLITICA
-IDEOLOGICA ( affermazione di principi e regole religiose e sociali più rigide e
conformiste ).
IL TUTTO ,
FACENDO IN MODO DI ACCENDERE I
FUOCHI , DI
GUERRE E CONFLITTI
FRA GRUPPI ETNICI ,
FRA PAESI E ALL’INTERNO DI
OGNI PAESE , LADDOVE FOSSE
OPPORTUNO E UTILE , ATTRAVERSO SISTEMATICHE O
TEMPORANEE INSTAURAZIONI E
ABBATTIMENTI DI REGIMI DITTATORIALI
O DI GOVERNI
FANTOCCIO.
COSA E’ RIMASTO
DELLA TANTO INVOCATA
“ PACE “ ? ……….UTOPIA !
INFATTI , ANCHE SE
PARE CHE AL
MOMENTO NON VI
SIANO SCENARI DI
GUERRA MONDIALE , COMUNQUE
VA SEMPRE PIU’
DIFFONDENDOSI IL TERRORE
DI ATTI TERRORISTICI
ESTREMAMENTE EFFERATI , CHE ASSAI
DIFFICILMENTE POSSONO ESSERE
PREVENUTI E CHE POSSONO
ESSERE FACILMENTE ESEGUITI
CON POTENTI ORDIGNI
ESPLOSIVI , DI DIMENSIONI ANCHE
RIDOTTE.
Alcune note su :GLI ATTI TERRORISTICI
, CHE STANNO
SUSSEGUENDOSI GIORNO PER
GIORNO , IN DIVERSE
PARTI DEL MONDO
, IN NOME
DI ORGANIZZAZIONI ESTREMISTE , FONDAMENTALISTE ISLAMICHE , ALTRO
NON SONO CHE L’ESPRESSIONE PIU’
MANIFESTA DI UNA
DICHIARAZIONE DI GUERRA
NEI CONFRONTI DI UN MONDO
OCCIDENTALE , GIUDICATO ( A
TORTO O A
RAGIONE ) “ USURPATORE “ DI
TERRITORI E DI
RISORSE ENERGETICHE ED
ECONOMICHE , IN PAESI “ STRANIERI “
( AFRICA , IRAQ . AFGANISTAN ….ECC… ).
QUESTA E’ UNA “
LOTTA SENZA QUARTIERE “
, IN CUI
NON VI SONO
SCHIERAMENTI DI TRUPPE
BEN DEFINITI ,
CHE SI CONTRAPPONGONO SUL
TERRENO O COMUNQUE
IN CAMPO APERTO ,
MA PICCOLI E
NUMEROSISSIMI GRUPPI
DI PERSONE ,
SPARSI A MIGLIAIA
NEL MONDO ,ORGANIZZATI IN
SEDI SCONOSCIUTE, ANCHE
IN INSOSPETTABILI ABITAZIONI
CIVILI , OTTIMAMENTE
ARMATI ED EQUIPAGGIATI , ISPIRATI TUTTI
AD UN UNICO
IDEALE O SCOPO
, A COMBATTERE , DISTRUGGERE, UCCIDERE , TERRORIZZARE ,
INOPINATAMENTE IL MONDO
OCCIDENTALE , AL FINE
DI COSTRINGERLO AD
ARRENDERSI E A CEDERE
ALLE LORO RICHIESTE E
A RITIRARSI DAI
LUOGHI TUTTORA DI
LORO INFLUENZA.
VOLER COMBATTERE ,
CONTRASTARE E CERCARE
DI SCONFIGGERE TALI
FORZE DISLOCATE IN
MODO ESTREMAMENTE FRAZIONATO
, USANDO I
TRADIZIONALI MEZZI MILITARI O
SISTEMI DI POLIZIA
E VIGILANZA , SAREBBE
COME PRETENDERE DI
ABBATTERE UNA INVASIONE
DI CAVALLETTE SOLTANTO
CON LE CARABINE .
NON RIMANE ALTRO
CHE LA CAPACITA’
DI ORGANIZZARE NEI
MIGLIORE DEI MODI
E CON I
MEZZI PIU’ EFFICIENTI
ED EFFICACI UNA
DIFESA MOLTO
VALIDA , SIA
SUL PIANO DEI
CONTROLLI , NEL TERRITORIO
E RIGUARDO ALLE
PERSONE , SOPRATTUTTO SUL
PIANO DELLA “ INTELLIGENCE
“ ,
DI INFORMAZIONI COORDINATE
A LIVELLO NAZIONALE
E INTERNAZIONALE , OLTRE
CHE SUL PIANO
DEGLI INTERVENTI REPRESSIVI
E MILITARI .
PER QUESTI MOTIVI
, APPARE URGENTE
E ASSOLUTAMENTE INDISPENSABILE ,
PER LA MAGGIORE
SICUREZZA E DIFESA
DELLE POPOLAZIONI , CHE I
PAESI APPARTENENTI ALLA
“ UNIONE EUROPEA “ SI
ATTIVINO POLITICAMENTE AL
FINE DI RAGGIUNGERE
UN VERO E
PROPRIO “ ACCORDO “ SUL
PROGETTO DI REALIZZAZIONE
DI UNA VERA
E REALE “ CONFEDERAZIONE DI STATI
EUROPEI “ , CHE
SAPPIA IMPORSI CON
UNA STRATEGIA UNIFOME
IN CAMPO DI
POLITICA ESTERA , NONCHE’
DI DOTARSI DI UN’
UNICA ( COMUNE FRA GLI
STATI CONFEDERATI ) ORGANIZZAZIONE
DI DIFESA MILITARE
E DI SERVIZI
DI INFORMAZIONE .
Che cosa è attualmente la “ UNIONE EUROPEA “
( brano tratto
da Wikipedia -l’enciclopedia libera )
L'Unione europea (abbreviata in UE) è un'unione politica ed economica di carattere sovranazionale, che
comprende 28 paesi membri indipendenti e democratici del continente europeo. La
sua formazione sotto il nome attuale risale al trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992(entrato
in vigore il 1º novembre 1993), al
quale tuttavia gli stati aderenti sono giunti dopo il lungo cammino delle Comunità europee precedentemente
esistenti .
L'Unione europea non è una
semplice organizzazione intergovernativa (come le Nazioni
Unite) né una federazione di Stati (come gli Stati Uniti d'America), ma un'unione pattizia tra
Stati sovrani [13], alle
cui istituzioni gli stati membri delegano parte delle proprie funzioni
governative. Esercita un potere pubblico derivato,
anche in una condizione di supremazia accettata dagli Stati membri, le cui
competenze concesse sulla base del "principio dell'attribuzione specifica
limitata" spaziano dagli affari
esteri alla difesa, alle politiche economiche, all'agricoltura, al commercio e alla protezione ambientale. In alcuni di
questi campi le funzioni dell'Unione europea la rendono simile a una federazione di stati (per esempio, per quanto riguarda
gli affari monetari o le
politiche ambientali); in altri settori, invece, l'Unione è più vicina a una confederazione (per esempio, per quanto riguarda gli
affari interni) o a un'organizzazione politica sovranazionale (come per la politica
estera).
Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia,Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia,Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. L'Unione è cresciuta da un nucleo di sei Paesi fondatori dell'allora Comunità
economica europea (segnati in grassetto) e si è espansa includendo
progressivamente la maggioranza degli Stati sovrani europei fino ad arrivare
all'attuale configurazione.
GUERRE E CONFLITTI
NEL MONDO (
Dalla fine della seconda
guerra mondiale )
( Brano
di testo
tratto da Scheda
"Conflitti" di Unimondo: www.unimondo.org/Guide/Guerra-e-Pace/Conflitti.)
Dalla fine della seconda
guerra mondiale si è purtroppo assistito allo scoppio di centinaia di conflitti
armati, benché l’espressione “guerra fredda” potrebbe portare qualcuno a
pensare che la seconda metà del XX secolo sia stata caratterizzata da una certa
staticità. In realtà il terrore atomico ha sì impedito che le due superpotenze
si affrontassero in un conflitto aperto, ma non ha certo proibito loro di
confrontarsi attraverso “guerre per procura” sull’intero scacchiere mondiale,
soprattutto nei Paesi in via di sviluppo che proprio negli anni ’60 e ’70
iniziavano il loro problematico percorso di decolonizzazione.
È difficile stimare quante
guerre siano state combattute dal 1945 ad oggi o quante siano state le vittime
militari e civili. Questo innanzitutto perché la prassi di dichiarare
ufficialmente le ostilità è stata abbandonata da tempo, ma soprattutto perché
negli ultimi decenni sembra essersi modificata la natura dei conflitti: la
maggioranza delle guerre non può più infatti essere considerata interstatale ma
intrastatale. Secondo il programma di ricerca statunitense Correlates
of War negli
ultimi sessant’anni andrebbero conteggiate almeno 25 guerre tra Stati e ben 127
conflitti civili, i quali in totale sono costati circa 20 milioni di morti, per
la maggior parte appartenenti alla popolazione civile.
Questo dato sull’escalation
delle guerre civili porta purtroppo con sé anche un altro elemento, ossia la
diminuzione delle possibilità di intervento di qualunque sistema internazionale
di sicurezza, come può essere quello delle Nazioni Unite, spesso ostacolato
nella sua azione dal divieto di ingerenza negli affari interni di un Paese.
Oggi si contano nel mondo
almeno 25
conflitti armati, la maggior parte dei quali concentrati in Asia e in Africa e
su cui si hanno così scarse informazioni da parte dei media, che ormai vengono
definite “guerre dimenticate”. Del resto molti Paesi in
via di sviluppo soffrono ancora le conseguenze della colonizzazione (che per
molti aspetti economici è tutt’altro che terminata), e del successivo processo
di decolonizzazione, che di fatto ha obbligato diversi popoli a
un’organizzazione statale sulla base del modello occidentale a prescindere
dalle loro tradizioni e a dei confini del tutto artificiali che hanno spesso
causato conflitti sia al loro interno che con gli Stati vicini.
Conflitti nel mondo
Nel mondo sono in corso 31 conflitti
Clicca sull'immagine per ingrandire
MEDIO ORIENTE
1. Iraq 140.000 morti dal 2003 (+4.000)
2. Israele-Palestina 7.100 morti dal 2000 (+100)
3. Turchia (Kurdistan) 45.000 morti dal 1984
4. Yemen (Sciiti) 16.000 morti dal 2004
5. Yemen (Tribali) 300 morti dal 2010
6. Yemen (Secessionisti) 200 dal 2009
ASIA
7. Afghanistan 61.000 morti dal 2001 (+10.000)
8. Pakistan (Pashtunistan) 31.000 dal 2004 (+5.000)
9. Pakistan (Balucistan) 1.800 morti dal 2004 (+350)
10. India (Kashmir) 68.000 morti dal 1989 (+400)
11. India (Assam) 52.000 morti dal 1979 (+300)
12. India (Naxaliti) 13.000 morti dal 1980 (+1.200)
13. Birmania (Karen) 30.000 morti dal 1988
14. Thailandia-Cambogia 20 morti dal 2008
15. Thailandia (Pattani) 4.200 morti dal 2004 (+700)
16. Filippine (Npa) 41.000 morti dal 1969 (+350)
17. Filippine (Mindanao) 71.000 morti dal 1984
18. Coree 200 morti dal 1953 (+50)
AFRICA
19. Somalia 10.500 morti dal 2006 (+3.000)
20. Etiopia (Ogaden) 4.000 morti dal 1994
21. R.D.Congo (Kivu) 6.000 morti dal 2004
22. Uganda 100.000 morti dal 1987
23. Sudan (Darfur) 300.000 morti dal 2003
24. Sudan (Sud) 400 morti dal 2011
25. Rep.Centrafricana 2.000 morti dal 2003
26. Ciad 2.000 morti dal 2005
27. Nigeria (Delta) 15.000 morti dal 1994
28. Algeria 200.000 morti dal 1992
EUROPA
29. Russia (Nord Caucaso) 50 mila morti dal 1999 (+1.000)
AMERICA LATINA
30. Colombia 300.250 morti dal 1964
31. Messico (Narcos) 32.000 morti dal 2006 (+12.500)
NB: La differenza delle cifre rispetto all'anno scorso registra sia incrementi (indicati tra parentesi) che ricalcoli delle vittime totali fatti sulla base di nuove e più attendibili informazioni
1. Iraq 140.000 morti dal 2003 (+4.000)
2. Israele-Palestina 7.100 morti dal 2000 (+100)
3. Turchia (Kurdistan) 45.000 morti dal 1984
4. Yemen (Sciiti) 16.000 morti dal 2004
5. Yemen (Tribali) 300 morti dal 2010
6. Yemen (Secessionisti) 200 dal 2009
ASIA
7. Afghanistan 61.000 morti dal 2001 (+10.000)
8. Pakistan (Pashtunistan) 31.000 dal 2004 (+5.000)
9. Pakistan (Balucistan) 1.800 morti dal 2004 (+350)
10. India (Kashmir) 68.000 morti dal 1989 (+400)
11. India (Assam) 52.000 morti dal 1979 (+300)
12. India (Naxaliti) 13.000 morti dal 1980 (+1.200)
13. Birmania (Karen) 30.000 morti dal 1988
14. Thailandia-Cambogia 20 morti dal 2008
15. Thailandia (Pattani) 4.200 morti dal 2004 (+700)
16. Filippine (Npa) 41.000 morti dal 1969 (+350)
17. Filippine (Mindanao) 71.000 morti dal 1984
18. Coree 200 morti dal 1953 (+50)
AFRICA
19. Somalia 10.500 morti dal 2006 (+3.000)
20. Etiopia (Ogaden) 4.000 morti dal 1994
21. R.D.Congo (Kivu) 6.000 morti dal 2004
22. Uganda 100.000 morti dal 1987
23. Sudan (Darfur) 300.000 morti dal 2003
24. Sudan (Sud) 400 morti dal 2011
25. Rep.Centrafricana 2.000 morti dal 2003
26. Ciad 2.000 morti dal 2005
27. Nigeria (Delta) 15.000 morti dal 1994
28. Algeria 200.000 morti dal 1992
EUROPA
29. Russia (Nord Caucaso) 50 mila morti dal 1999 (+1.000)
AMERICA LATINA
30. Colombia 300.250 morti dal 1964
31. Messico (Narcos) 32.000 morti dal 2006 (+12.500)
NB: La differenza delle cifre rispetto all'anno scorso registra sia incrementi (indicati tra parentesi) che ricalcoli delle vittime totali fatti sulla base di nuove e più attendibili informazioni
LA
RIVOLUZIONE ISLAMICA ( brani
tratti da Wikipedia –la enciclopedia libera )
Nel 1979 la rivoluzione
islamica in Iran spazzò via lo shah Mohammad Reza
Pahlavi, con tutte le forze
d'opposizione riunite attorno all'ayatollah Khomeini. Il nuovo governo instaurò la shari'a nel Paese e col tempo iniziò a finanziare anche
movimenti politici tra cui Hezbollah in Libano,
successivamente classificato come terroristico in vari Paesi del mondo,
compresi quelli arabi come la Giordania, l'Arabia Saudita e l'Egitto di Mubarak; i citati condannarono le azioni di Hezbollah, mentre Siria e Iran si dichiarano favorevoli alle azioni dell'organizzazione. . L'Unione europea rifiutò inizialmente di qualificare Hezbollah
come organizzazione terroristica, ma il 10 marzo 2005 il Parlamento
europeo adottò
una risoluzione non vincolante che di fatto accusa Hezbollah di aver condotto
«attività terroriste»; gli Stati Uniti esercitarono pressioni sull'Unione per
fare includere il movimento nella lista delle organizzazioni terroristiche; il Consiglio
d'Europa accusò
poi Imad Mughiyah di essere membro di Hezbollah e di attività terroristica.
Lo Stato
Islamico
Una nuova sigla che si è affacciata
sulla scena mondiale è lo Stato
Islamico, proclamatosi indipendente il 3 gennaio 2014 ma in precedenza
conosciuto anche come Stato
Islamico dell'Iraq e della Grande
Siria (ossia Stato Islamico dell'Iraq e al-Sham, ISIS, o Segretario Generale del califfato
Islamico, ma anche spesso come Stato
Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL);
la sua origine è dal Jamā'at al-Tawḥīd wa
l-jihād, al-Qāʿida in Iraq e Mujāhidīn del Consiglio della Shura (attivo dal
1999 al 2006), e fondato dal salafita giordano Abu Mus'ab al-Zarqawi.
La sua storia si è incrociata
con quella del Fronte
al-Nusra crebbe
rapidamente diventando una forza combattente sostenuta dall'opposizione
siriana.
Il gruppo jihadista attivo in Siria e in Iraq ha come leader nel 2014 Abu Bakr al-Baghdadi, che ha unilateralmente[32] proclamato la rinascita del califfato nei territori caduti sotto il suo
controllo. Peculiarità dello Stato Islamico è quella di riunire in una sola
entità le caratteristiche dell’esercito, delle modalità terroristiche, della
fisicità del territorio in cui risiede e della struttura statale.
Lo Stato Islamico ha anche coniato una sua moneta, seppure non riconosciuta come lo stato a livello internazionale: il Dinaro dello Stato Islamico
Il terrorismo islamista o, meno correttamente, islamico è una forma di terrorismo religioso praticato da ristretti gruppi di fondamentalisti musulmani per raggiungere vari obiettivi politici in
nome della loro religione.
Eccezion fatta per alcune
sporadiche manifestazioni di antica militanza oltranzista religiosa condotta
con metodi sanguinari dalla setta degli assassini(specialmente in Persia e
negli ex-dominî fatimidi quali Egitto e Siria), il
fenomeno ha assunto dimensione globalmente rilevante solo nel secondo dopoguerra, in particolare a seguito
dell'irrisolta questione palestinese, varie organizzazioni della
cui resistenza hanno fatto ricorso a strumenti quali attentati dinamitardi, rapimenti, dirottamenti aerei, omicidi e attentati
suicidi.
Da
chi e da
dove provengono i
finanziamenti
Una radicale trasformazione del
terrorismo islamico si è avuta con l'emergere di nuovi Stati con grandi
disponibilità finanziarie come l'Arabia
Saudita e gli emirati del Golfo
Persico, caratterizzati anche da forme di governo che si influenzano
reciprocamente con gli ambienti "clericali" islamici e con le
dottrine legate a correnti di pensiero integraliste come il wahhabismo. Questi Stati hanno indirettamente
finanziato (foss'anche inconsapevolmente), attraverso donazioni da parte di
istituzioni caritatevoli, gruppi più o meno legati al terrorismo, e lo stesso
si può dire di facoltosi esponenti del mondo privato di questa stessa area. Non
esiste un automatismo tra donazione e finanziamento al terrorismo, ma parte dei
soldi destinati ad opere assistenziali è stata usata per gestire istituzioni di
accoglienza in aree come il Pakistan, dalla
quale gli stranieri provenienti dal Golfo Persico, dalle Filippine o da altri paesi con una popolazione almeno
in parte islamica sono stati smistati presso i campi di addestramento situati
in Afghanistan o nell'area di confine tra i due paesi; qui
è stata fatta una ulteriore selezione tra i candidati, destinandone alcuni a
corsi specifici di uso degli esplosivi e demolizione o gestione degli ostaggi.
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