VIVA LA
LIRA !
Viva la lira
, libera e democratica.
Basta con la
restrittiva politica monetaria dell’Euro, che sta strangolando la economia
reale del nostro Paese, nonché quella di altri Paesi europei, quali la
Grecia,il Portogallo,la Spagna e via via anche la Francia, tranne la Germania.
La Germania,
per via dei tassi di interesse sul
debito a lei più favorevoli rispetto a quelli pagati dagli altri Paesi, che
hanno misure di debito pubblico più elevate, riesce ad investire sempre
maggiori risorse sulla produzione di beni e servizi, esportando i suoi prodotti
nei Paesi, come la Cina , il Brasile ed altri , in pieno sviluppo economico, e
conseguentemente accrescendo i livelli occupazionali nazionali e il reddito di
imprese e famiglie.
Il rigore
delle regole monetarie imposto dalla “troika” europea, che non consente di
superare il tre per cento, come rapporto
fra il deficit e il prodotto interno lordo ( pil ) , e la speculazione
finanziaria esercitata da Gruppi societari e banche, appunto dovuta sia all’aumento dei tassi di interesse ,
nonché alla restrizione ossessiva
riguardante la erogazione di prestiti nei confronti delle imprese e famiglie già in difficoltà , stanno determinando in
tali Paesi gravissime condizioni di crisi, sia economica che sociale, con il
rischio sempre più reale e immanente di destabilizzazione del sistema politico
democratico e la probabile instaurazione di regimi autoritari, che sorgerebbero
pretestuosamente a scopi protezionistici nazionali.
Il sistema della moneta unica europea ha dimostrato già sin dalla sua nascita fondamentali imperfezioni e
carenze; infatti, da un lato esso si è basato su regole economiche e finanziarie imposte in modo uguale a tutti gli Stati membri , dall’altro lato ha consentito
la coesistenza nel proprio
interno di più sistemi fiscali diversi
da Paese a Paese. Tale condizione
ha fatto emergere situazioni economiche e sociali più difficili in quei Paesi
dove il peso del sistema fiscale ha dimostrato di essere maggiore ed iniquo sulle classi sociali e sulle attività produttive più
deboli, essendo queste costrette a sopportare pressioni che hanno inciso negativamente non solo sulla
possibilità di crescita del proprio reddito, ma purtroppo anche sulla
possibilità di mantenimento e di sopravvivenza.
Per quanto
sopra detto, se immediatamente non verrà deciso a livello europeo, unanimemente da parte di tutti i Paesi membri, e in
primis la Germania, di sbloccare l’ingranaggio restrittivo-speculativo
dell’attuale sistema economico finanziario, e
inoltre di stabilire nuove regole
che diano luogo ad un sistema fiscale
comune a tutti i Paesi ,ponendoli
sullo stesso piano , non potrà più fermarsi il processo degenerativo e
quindi il collasso definitivo in campo economico in quei Paesi che già si
trovano al limite della sopravvivenza.
Ma l’attuale
posizione in campo europeo non
offre molte speranze di
cambiamento, anzi persiste l’atteggiamento
di rigidità più che di rigore, sostenendo la tesi che come garanzia nei confronti dei mercati e
degli investitori , vi sia la necessità del mantenimento della stabilità
politica negli Stati membri , ma con ciò
dimostrando una chiara ottusità tattica
e strategica. Infatti, ove i
Governi continueranno a perseguire
politiche economiche , finanziarie e fiscali , tali da privilegiare i
grandi patrimoni e le classi sociali più
abbienti , trascurando quelle più deboli, non
potrà che avvenire l’irreparabile, cioè ancora più grave recessione, disoccupazione, povertà
di estese fasce della popolazione, esasperazione e rabbia .
Tutto fa
pensare che l’autunno europeo sarà
rovente ; molto probabilmente vi saranno presto cadute di Governi , a partire da quei Paesi che sono vicini al
collasso, come la Grecia , il Portogallo, la Spagna e a seguire anche l’Italia.
Il sistema “
Euro” andrebbe conseguentemente e inevitabilmente in pezzi.
Ma ci vogliamo augurare che tutto ciò possa avvenire in
modo democratico e che siano
i cittadini a poter determinare , attraverso normali
consultazioni elettorali, le condizioni politiche tali da instaurare un governo capace
di salvare il Paese dal disastro economico e sociale.
Per l’Italia sarebbe il ritorno alla “ lira “ , ad un sistema
monetario nazionale , che potrà ridare potere
gestionale e funzionale alla Banca d’Italia, quale autorità nella
emissione di valuta e di controllo sul
sistema bancario.
All’inizio,
ciò comporterà sicuramente situazioni di
grandi sacrifici da parte di tutti, specialmente in ordine ai consumi di quei
prodotti che necessariamente devono essere importati da
Paesi esteri , ma contestualmente potranno
determinarsi condizioni favorevoli in ordine alla possibilità di una ripresa
delle attività imprenditoriali , artigianali, commerciali , che avranno
strade più aperte verso la esportazione dei
loro prodotti ; senza contare che una maggiore flessibilità nella
erogazione di denaro potrà accrescere
la disponibilità reddituale da
parte delle famiglie verso il consumo dei prodotti nel mercato interno.